martedì 24 maggio 2011

ElFetiHeh

ElFetiHetu (ElfetiHeh) vuol dire: “l’aprente”, perché è la prima Sura nel MuShef (il Qur’en scritto) ed è la prima Sura che deve essere letta nell’adorazione giornaliera. È composta da sette versetti, riassume –nonostante la sua cortezza- l’essenza del Qur’en, per questo è chiamata anche: “Ummu _lQur’en”, ovvero: “la radice del Qur’en”.

Mi rifugio in Allah da satana il lapidato,
In [ogni] nome di Allah, Colui che ha l’estesa misericordia, Colui che immensamente ne dona, [leggo]

1-    Tutta la lode [spetta solo] ad Allah, il signore [educatore, accrescitore, curatore] dei mondi.
2-    Colui che ha l’estesa misericordia, Colui che immensamente ne dona.
3-    Re [possessore] del giorno della ricompensa.
4-    Solo Te noi adoriamo e solo a te chiediamo aiuto.
5-    Guidaci alla e sulla retta via.
6-    La via di coloro ai quali hai donato [in abbondanza] (la via di coloro che hai ricoperto di doni)
7-    Non di coloro sui quali è caduta l’ira [la tua], né degli sviati.



Un po’ di anni fa lessi un bellissimo e densissimo tafsir (spiegazione) di questa Surah, … faccio un sunto dei principali concetti rimasti impressi dopo anni nella mia debole memoria:

nel primo versetto c’è l’amore: l’Uomo ama chi lo educa, lo accresce, lo cura.
Nel secondo c’è la speranza, si spera la misericordia di colui che ne ha in abbondanza e la dà con molta generosità.
Nel terzo c’è il timore, nel giorno della ricompensa, coloro che hanno sostenuto la “prova” temono!
Con il primo, il secondo ed il terzo versetto “si pratica” il quarto: si adora Allah con l’amore, la speranza ed il timore.
Dal primo, dal secondo e dal terzo: la signoria di allah è una signoria di rahmah (clemenza, grazia) e di giustizia.
Nel quarto: il dio adorato è uno ed è solo a lui che chiediamo aiuto per adorarlo al meglio.
Nel quinto: gli chiediamo di farci vedere la via giusta e di curare il nostro cammino su di essa.
Nel sesto: gli chiediamo di farci seguire la strada di coloro che Egli ha scelto e ai quali ha donato.
Nel settimo: gli chiediamo di allontanarci da due gruppi: coloro che praticano senza sapere (gli sviati), e coloro che hanno il sapere ma non praticano (sui quali è caduta la sua ira).
Dal quinto, sesto e settimo: non basta il sapere da solo né la pratica da sola, devono essere congiunti.
Nella Surah c’è il tawhid (monoteismo) della robubyeh (signoria), della uluhyeh (adorazione) dei ‘esme’ (nomi) e delle Sifet (attributi).
Nella Surah c’è la refutazione di tre sette: quelle che dicono di adorare Allah solo con l’amore (sufismo),  solo con la speranza (murji’eh) o solo col timore (herorieh, khawarij).
Nella Surah c’è l’impotenza e il totale bisogno che ha l’Uomo del suo Signore.
Nella Surah è solo Allah che dà la scienza e guida nella pratica.



Mi rendo conto che dalla traduzione non si evincono facilmente alcuni dei punti sopracitati, per il conoscitore della lingua araba invece, la testa non si ferma di scuotersi in segno di approvazione!... e se credente, il suo cuore sobbalza, beato, di gioia!!.. beato!

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